Si è tenuta nella mattinata di oggi, mercoledì 19 luglio, nel piazzale dedicato a Emanuela Loi nella frazione San Martino, la cerimonia commemorativa organizzata dal Settore Pari opportunità del Comune durante la quale, insieme con la prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio per mano della mafia nella strage di via D’Amelio a Palermo, sono state ricordate anche tutte le altre vittime assassinate il 19 luglio di trentun anni fa: il magistrato Paolo Borsellino e gli altri agenti della sua scorta Agostino Catalano, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli e Walter Eddie Cosina.

Presenti, oltre al consigliere incaricato Michela Cigolini, il sindaco Federico Binatti, l’assessore Fortunata Patrizia Dattrino, i consiglieri comunali Mattia Felicetta e Vincenzo Salerno, il comandante della Polizia locale Pier Zanatto insieme con i suoi agenti, una rappresentanza della Polizia di Stato della Questura di Novara.

<< Emanuela Loi – ha ricostruito il consigliere Cigolini – era nata a Sestu, in provincia di Cagliari, il 9 ottobre 1967. Nel 1989 era entrata a far parte della Polizia di Stato dopo aver frequentato il 119° Corso alla Scuola Allievi Agenti di Trieste. Era stata trasferita a Palermo due anni dopo: tra i diversi incarichi a lei affidati i piantonamenti a Villa Pajno, casa dell’allora parlamentare Sergio Mattarella, la scorta alla senatrice Pina Maisano, vedova di Libero Grassi, e il piantonamento del boss Francesco Madonia. Dopo la strage di Capaci, nel giugno del 1992 era stata affidata alla scorta del magistrato Paolo Borsellino, con il quale rimase fino a quel tragico 19 luglio 1992. Aveva solo 24 anni quando è caduta nell’adempimento del suo dovere. È stata insignita della Medaglia d’oro al valor civile con questa motivazione: “Preposta al servizio di scorta del giudice Paolo Borsellino, pur consapevole dei gravi rischi cui si esponeva a causa della recrudescenza degli attentati contro rappresentanti dell’ordine giudiziario e delle Forze di Polizia, assolveva il proprio compito con grande coraggio e assoluta dedizione al dovere. Barbaramente trucidata in un proditorio agguato di stampo mafioso, sacrificava la vita a difesa dello Stato e delle Istituzioni”. Emanuela Loi e tutte le vittime meritano di essere vive nella nostra memoria, sempre e per sempre, per ricordarci che la mafia fa schifo>>.

Il consigliere ha infine aggiunto <<una curiosità su Emanuela, che forse non tutti conoscono e che è legata alla sua tomba nel cimitero del suo paese natale. La vasca in cristallo che orna la sepoltura è stata realizzata da una vetreria del Novarese, l’unica che, all’epoca, era stata in grado fare questo genere di monumento. È bello pensare che Emanuela sia, in qualche modo, abbracciata anche dalla nostra terra, da tutti noi>>.Emanuela Loi 2